CARMELO

Ben arrivati, accomodatevi. Mi chiamo Carmelo Chiaramonte.
Anche se mi hanno ribattezzato il cuciniere errante, perché ho passato gli ultimi decenni senza fissa cucina.
L’ho fatto per stare più vicino – per chiacchierare, per imparare, per inventare – ai miei eroi del quotidiano: contadini, allevatori, pescatori, viticoltori.
Nell’anno che ha costretto tutti a fermarsi, mi sono fermato anch’io. L’ho fatto per me e un po’ anche per loro: perché il loro lavoro non si è fermato, perché il loro lavoro va custodito.

Non ho scelto Donnalucata, ma Donnalucata ha scelto me.
Io lo stavo cercando, sì, un posto che – per dirla alla Vasquez Montalban – consentisse il rilassamento degli sfinteri dell’anima a me e a un immaginario di miei futuri ospiti.
Poi mi è successo quel che mi succede quando faccio la spesa: esco per raccogliere le fragole ma se mi vengono incontro le albicocche, mi faccio trovare e cambio piatto.
Quando sono uscito, mi è venuto incontro questo posto.
Questo posto dove terra e mare mi pongono domande, dove si incontrano come per caso o per miracolo persone dal cuore grande, dove si rincorrono per gioco e ispirazione voci che non mi stanco di ascoltare.

OSTERIA RITUALE

Caro, me lo… è il posto della gentilezza.
Qualcuno, immaginandolo con me, ha detto: la qualità estrema dell’informalità spiazzante.
Informale è sempre la gioia della cucina. Estrema e spiazzante – di questi tempi – è proprio la gentilezza.

Caro Melo è un’osteria rituale perché anche il gioco è un rito. Il gioco tra ingrediente e sapore, quello tra parola e sapere. Un gioco d’amore, sensuale e divertente. Così, nella mia giocoleria gastronomica potreste anche perdere… l’innocenza, mentre proverò a sedurvi con “Figa la parmigiana!”, a farvi interrogare dal “Porco Tonno”, a stupirvi con “Cazzo che cozza”, a farvi transumare a fine pasto per “Farsi una pera”, a spingervi verso il “Maremosso”, a riportarvi a riva con le “Cose dritte”.

Caro Melo è un’osteria rituale, perché ad accogliervi sarà il canone inverso, libertario e festoso, del rito della meraviglia. In questo cortile vivono i segni del mio andar in qua e là, perché si intrecciano a ogni sogno, a ogni piatto, a ogni racconto che, appena sarete seduti, ricominceremo a scrivere insieme.
Caro Melo è un’osteria rituale perché celebra la bellezza rutilante della vita. Un accudimento non esclusivo della mia cucina, ma legato anche al talento di amici artisti – incontrati viaggiando o conosciuti da sempre – che via via andranno a incastrarsi nella mia ritualità.

CUCINA DELL’AMORE

La cucina è sempre un (f)atto d’amore.
L’amore, lo sapete, ha tanti modi di mostrarsi: fuoco sacro, passione, gentilezza, tatto, compassione, senso del possesso, cura e persino pietà.
Ad ogni inclinazione dei nostri sentimenti corrispondono modi di accudire e quindi di cucinare.

Io amo una cucina che seduce l’animo, solletica la curiosità, provoca i sensi e le loro sfumature erotiche.
Amo fare la spesa ogni giorno, mettere sui fornelli o sulla griglia quel che trovo. Come diceva quell’attore: “di quel che c’è non manca niente”, e cucino tutto.
Amo il principio di Archimede applicato al contrario… perché un pezzo di porco inserito dentro a un corpo riesce a provocare una spinta dal basso verso l’alto pari all’intensità della porcitudine che riesce a provocare.

Amo le cotture semplici, che non hanno paura di amare gli ingredienti.
E amo far parlare gli ingredienti, senza che siano costretti o manipolati.
Amo il tempo del convivio, lo spazio del simposio, l’idea della comunanza, della presenza e della panza, dell’arte da masticare e da godere.
Amo i segreti delle tradizioni, le vecchie ricette e i prodotti ancestrali.
Amo una tavola spettinata, elementare e non imbellettata, perché la bellezza di ogni persona sta in quel neo bizzarro che la rende unica.

AMICI ED EVENTI

Ogni rito, ogni festa, è già di fatto un evento. Se però volessimo dare una lettura classica di questa parola, allora nella mia osteria rituale trovano spazio anche serate speciali. Cioè, un po’ più speciali di altre. E succede ogni volta che la sala e il cortile di Caro Melo alzino il sipario e diventano il “palco osceno” di duetti gastronomici con cuochi amici, di incontri ravvicinati del terzo gusto con autori, musici e pittori di saporite e saporose mostre d’arte e di fotografia, di interminabili performance ritmate da portate e percussioni.

CONTATTI

Mi trovate a Donnalucata, tra la via del passeggio e un angolo che s’affaccia sul mare più melanconico che c’è. Se volete venire a trovarmi, sotto trovate il dove.
Oppure, passando da queste parti, fatevi trovare voi dal racconto e dai profumi dei piatti, dal vocio e dalle risate dei mei ospiti, dal tintinnare di posate e bicchieri.

PRENOTAZIONI

Lungi da me il voler fare il prezioso e usare formule paludate. Ma nella mia osterie rituale è “gradita la prenotazione”. Da Caro Melo viene chi sa che sarà molestato, disturbato, sollecitato, interpellato. E allora, avvisatemi, se anche voi desiderate tutto questo. Ad aggiungere un posto a tavola si fa sempre presto… ma sempre che la tavola sia libera.

CARO MELO DONNALUCATA
Via San Remo 7, Donnalucata, Scicli (RG)

Aperto venerdì e sabato cena, domenica a pranzo.

Apertura anche su prenotazione chiamando il numero 328 237 9452.